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Isabelle Faust e Israel Philharmonic protagoniste di un weekend d'alta scuola - II PDF Stampa E-mail

La Prealpina
Martedì 30 Agosto 2011

 

A Stresa la musica c'era anche sabato. È facile, per i virtuosi dell'archetto, cadere in tentazione con le "Sonate e Partite" per violino solo di Johann Sebastian Bach. Avventurarsi tra le pieghe del contrappunto bachiano per cercare effetti impossibili, suggestioni timbriche, velocità stellari. Isabelle Faust, che è una grandissima violinista, affronta Bach con umiltà e rispetto. La sua integrale nella Chiesa del SS. Crocifisso del Collegio Rosmini di Stresa, sabato scorso, è stata una lezione di stile. Un Bach composto e nobile. Arioso senza essere serioso. Suono piccolo, chiarezza nel rendere il tessuto contrappuntistico, fraseggio misurato e morbido, colpo d'arco elegante e preciso. Isabelle Faust ha affrontato le Sonate e le Partite con una  leggerezza e naturalezza estrema, rinunciando alla monumentalità e piegando la tecnica alle ragioni della musica... Isabelle Faust ha staccato spesso tempi veloci ... ma senza forzature virtuosistiche, conservando un fraseggio molto naturale.
Il suono... è... sempre espressivo, così come il fraseggio dei movimenti meno rapidi... che commuove per la sua fliudità... Quella di sabato è stata un'integrale di gran classe, stilisticamente ed emotivamente.
Fantastica la chiarezza... nella Sonata n. 3 della Fuga, fantastica la terribile Ciaccona della PArtita n. 2, eseguita da una prospettiva quasi intimistica, restituendone all'ascoltatore ogni dettaglio dell'intreccio contrappuntistico.
Una lezione di stile, ma soprattutto una lezione di umanità. Johann Sebastian Bach, a dispetto di una vecchia vulgata critica che lo ha trasformato in una sorta di mistico dei suoni tutto fisso nella contemplazione delle bellezze astratte delle sfere cosmiche, è in realtà un compositore profondamente ancorato alla terra e agli affetti umani. Isabelle Faust questo lo ha compreso bene.

Luca Segalla

 

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