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Bach sussurrato con Isabelle Faust PDF Stampa E-mail

Il Corriere Musicale
Venerdì 2 settembre 2011

... un'unica esibizione che divide tra il tardo pomeriggio e la sera le tre Sonate e le tre Partite, eseguite nell'ordine lasciando, come quasi sempre avviene, la seconda Partita (quella in re minore, che contiene la sempre attesissima Ciaccona) al gran finale...
Un carisma ben delineato e la versatilità dell'interprete albergano nell'apparenza delicata e cordiale. Ci si sarebbe aspettati, perciò, un'interpretazione decisa, magari energica, marcata secondo un pensiero musicale sì scrupoloso ma particolare, cioè individuale ed esclusivo. Al contrario. Quella di Faust è una lettura più che un'interpretazione: una restituzione filologica e scarna, esegesi che restiituisce il testo nella sua purezza neutra...
Si direbbe un Bach al femminile nel senso più nobile del termine. Timdido, prudente, quasi del tutto uniforme nelle dinamiche: approccio che è efficace per alcuni brani... In generale però il suono è sottile, come sussurrato.
Femminile s'è detto, ma non lezioso né manierista. Invece austero, spoglio di ornamenti che non siano quelli prescritti in partitura; completamente assente il vibrato, la scelta dell'agogica è molto equilibrata per accelerare solo nei passi più fioriti, che sono snelli e scivolano con scorrevolezza piacevole...
Le luci più belle sono Sarabanda e Giga della seconda Partita..., per un risultato che nella seconda parte della serata sembra più chiaramente orientato verso un'interpretazione certamente asciutta ma più partecipata. I puristi hanno potuto apprezzare la nitidezza della lettura, ma se spetta all'esecutore completare ciò che la scrittura bachiana lascia di "irrisolto" o, meglio, aperto alla espressione, la FAust antepone ad essa il testo. Scelta razionale e non emozionale, che fa emergere la sensazione di un'atmosfera lieve, sottile e sospesa.

Laura Bigi

 

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