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Le donne del lago (26 e 27 agosto) PDF Stampa E-mail

Testata: L'Opera
Ottobre 2009

Le Settimane Musicali di Stresa e del Lago Maggiore nno finiscono di stupire. Da alcuni anni.. il Festival si è avvicinato all'opera con la scelta, invero assai felice, di eseguirla in forma semiscenica.
Per la 48a edizione ben due sono stati gli appuntamenti da non perdere: La Cenerentola di Rossini e Aleko di Rachmaninov, entrambe affidate alla direzione di Gianandrea Noseda...
La Stresa Festival Orchestra è un complesso che con poche prove e con il "suo" direttore ottiene risultati che sorprendono in termini di precisione e freschezza sonora. Ed anche l'Ars Cantica Choir è eccellente. Ma la sorpresa maggiore è che in Noseda non troviamo una bacchetta totalmente aliena dall'universo espressivo del dramma giocoso, avvicinato forse sì con quel distacco e briciolo di freddezza che lo fa sembrare distante dalla sua sensibilità sensibilità, ma solo perché intende evitare di calcare la mano sul côté buffo dell'opera, concentrandosi sul significato edificante della fiaba...
La stessa compagnia di canto... formata da specialisti rossiniani (salvo un'eccezione), si è mossa al meglio delle sue possibilità.
L'outsider è Franco Vassallo, che si avvicina a Dandini dando l'idea di divertirsi un mondo...
Natale De Carolis... disegna un Don Magnifico davvero poco buffo, eppurer così sobrio e sicuro nei sillabati da guadagnarsi la piena approvazione...
Nicola Ulivieri torna ad interpretare la parte di Alidoro e si conferma il professionista di sempre... lo stile e l'espressione sono quelle giuste.
Attesissima la prova di Vivica Genaux nei panni della protagonista... il fascinosissimo mezzosoprano nativo dell'Alaska ha regalato una prova stilisticamente maiuscola. La parte di Angelina ha una tessitura meno bassa e la Genaux, giocando su accenti e colori, riesce a conquistare anche chi resta inizialmente disorientato da una voce timbricamente poco ammaliante e che, eppure, colpisce per quel singolarissimo e del tutto personale approccio al canto d'agilità che ha fatto la sua fortuna in ambito barocco, dove è una regina assoluta.
Ma perché limitarsi a considerarla tale in quel repertorio? La signora Genaux non solo è una Cenerentola ideale sulla scena, ma convince anche vocalmente. Lo è perché è netta e precisa come una saetta in agilità fulminee e scivolate, eseguite muovendo bocca e mascella, e in variazioni minute davvero ricercatissime ... frutto di una tecnica ricercatamente "sua", di una musicalità e di un senso dello stile che non bada alla bellezza del puro suono, ma si carica di una emozionalità sonora che quasi "scarnifica" con febbrile trasporto il senso della parola, illuminandola di un significato nuovo, di un fraseggio più moderno nella sua asciutta concretezza teatrale, quando non poetico in termini di pura malia sonora. Non tutti potranno condividere le mie parole, ma è certo che questa cantante sia oggi a livello internazionale una delle virtuose più ammirate, com'è giusto che sia.
Eleonora Buratto (Clorinda) e Annamaria Pennisi (Tisbe) sono due sorellastre perfette e completano un cast degno di un Festival che non dimentica le grandi voci anche nell'offerta di serate di canto come quella che ha visto protagonista un'acclamata e ancora bellissima Jennifer Larmore, accompagnata ottimamente al piano da Riccardo Bovino. Charme ed eleganza (anche negli abiti scelti per la serata) fanno il personaggio e continuano ancora ad essere le carte vincenti di questa cantante che... si è accostata per molti anni a Rossini e al belcanto imponendosi per la classe di un virtuosismo ragguardevole ma sempre esibito con fluida souplesse.
Nel suo recital al Salone degli Arazzi dell'Isola Bella, in una serata di caldo torrido che avrebbe creato difficoltà a chiunque, la Larmore passa dalle canzoni spagnole ... alle mélodies di Debussy e Ravel (miracoloso è il suo "Shéhèrazade" di Ravel), dalle arie di Cherubino de Le nozze di Figaro ("Voi non sapete" e "Non so più" in cui le febbrili pulsioni amorose adolescenziali diventano accenti, sospiri di un'espressività attraversata da una piccante eccitazione) a quelle della Carmen di Bizet ... cantate e recitate da vera artista, come fosse sulla scena.
Ed ... nel rondò finale della Cenerentola che chiude trionfalmente il ricco programma del recital... il gioioso slancio virtuosistico non è solo meccanico ma espressione di una felicità che esprime il trionfo della bontà con il sereno sorriso di una inebriante innocenza. La stessa concui, prima del rondò finale, l'Angelina-Larmore si rivolge alle sorellastre in un "No no; tergete il ciglio" che colpisce per l'amorevole grazia e l'aggraziata gentilezza che è un punto a vantaggio del canto della Larmore; sempre, anche quando come bis si diverte, senza eccedere, nella spassosissima esaltazione dell'arte della prima donna dell'esilarante "Art is calling for me" ("I want to be a primadonna") della Broadway Comic Opera The Enchantress di Victor Herbert e Harry B. Smith. Due serate indimenticabili.

Alessandro Mormile