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Stresa Palazzo dei Congressi: Stravinsky e Mahler diretti da Gianandrea Noseda - 29/8/08-Operaclick PDF Stampa E-mail

Testata: Operaclick

Venerdì 29/8/08

"Novecento: ombre e luci" così è denominata quest'anno la sezione principale delle Settimane Musicali di Stresa. Mai scelta poteva essere più azzeccata della Quarta Sinfonia di Gustav Mahler per illustrare questo assunto. La Quarta, terminata proprio nel 1900, rachiude in sé tutte le contraddizioni del mondo mahleriano, luci ed ombre appunto...
Gianandrea Noseda affronta con molta scorrevolezza il primo movimento, o meglio il primo tema del primo movimento... Tutto è lieve, leggero, aereo. Alla comparsa del secondo tema - molto espressivi i violoncelli, davvero bravi - un tepore sottile ci pervade... Questa "Quarta" procede con una forte impronta narrativa di fondo che la rende diversa, insolita, ma anche accattivante. Anzi, le scelte agogiche a volte anche un po' estreme, non fanno che tenerla perennemente in bilico tra "la luce e l'ombra".
Dopo un secondo movimento ben curato dal punto di vista cameristico ... la temperatura sale notevolmente nel tempo lento. Qui Noseda molla gli ormeggi e la direzione diventa appassionata, coinvolgente, a tratti lacerante. Il maestro milanese riesce a trasmettere la sua concentrazione all'orchestra -da lodare la prova dell'Orchestra delle Settimane Musicali di Stresa, per la prima volta ad organico allargato da quando Noseda è al timone delle Settimane Musicali- e anche al pubblico. Non un attacco sporco, non un timbro che sfora. La tensione è al massimo. Si ha l'impressione che Noseda voglia spremere questo Adagio come un limone. E il succo c'è davvero!Il sublime e un po' inquietante Das himmlische Leben, l'ultimo movimento, vero cuore della sinfonia, anzi nucleo generatore della sinfonia stessa, sgorga con naturalezza, con autenticità dalle ultime battute del tempo lento. Sally Matthews ce lo rende con rara intensità. Il suo è un canto sereno, spontaneo, di linea preziosa. Intanto Noseda, negli interventi orchestrali tra una strofa e l'altra del Lied, conduce la "slitta" mahleriana sempre più a rotta di collo, sempre più a perdifiato, in quel gioco di contrasti e rimandi che ha suggellato un'interpretazione di alto profilo.

Nella prima parte il programma prevede invece una pagina di non frequentissimo ascolto, il Concerto per violino di Igor Stravinskij. Thomas Zehetmair ha sfoggiato padronanaza tecnica, intonazione, e sobrietà di fraseggio. Il suo violino è parso inserirsi con semplicità nel tessuto strumentale. Noseda, naturalmente, non si è limitato ad "accompagnare"; anzi ha tirato fuori dal cilindro un suono corposo e "presente"Segnalo il vibrato magistrale con il quale Zehetmair ha saputo impreziosire la lunga cantilena che caratterizza il terzo movimento. Alla fine un bis richiesto a gran voce, una chiaroscurata esecuzione della Gavotta dalla Partita n. 3 di Johann Sebastian Bach, ha accontnetato un pubblico particolarmente caloroso.

Massimo Viazzo