Skip to content
Siete qui: Home Press Archivio Rassegna Stampa Rassegna Stampa 2008 Stresa, una palpitante e travolgente Bohème cala il sipario - La Prealpina del Lunedì - 1/09/08
Stresa, una palpitante e travolgente Bohème cala il sipario - La Prealpina del Lunedì - 1/09/08 PDF Stampa E-mail

Testata: La Prealpina del Lunedì

Lunedì 8/09/08

Come un fiume in piena. Una marea di passioni che si riversava sul pubblico del Palazzo dei Congressi. Gianandrea Noseda ha chiuso con una palpitante "Bohème" la 47^ edizione delle Settimane Musicali di Stresa e del Lago Maggiore, sabato sera alla guida dell'Orchestra e del Coro del Teatro Regio di Torino.
Una "Bohème" ...dai colori accesi e dai ritmi spesso frenetici, nel segno di una straordinaria vitalità. Anche retorica, a tratti. Però travolgente e sconvolgente, per l'ascoltatore.
Sotto la bacchetta del direttore milanese il capolavoro della gioventù di Puccini è tutto percorso da una frenesia di vivere ben presto destinata a bruciarsi, come in una sorta di autocombustione.
L'approccio di Noseda ha privilegiato gli abbandoni e l'energia vitale, anche a costo di sacrificare qualche dettaglio della partitura ..., un'energia che si sostanziava in un canto appassionato.In sintonia con questa visione era il Rodolfo del tenore croato-tedesco Tomislav Muzek, un Rodolfo pieno di vita e di sogni, delineato con grande slancio vocale, fiati lunghi, voce sonora e rotonda, acuti impeccabili e seducenti (entusiasmante il La bemolle in "Che gelida manina"), fraseggio fluido, senza la minima incrinatura... In Puccini ... Muzek è perfettamente a suo agio ... ed anche la paletta timbrica della sua voce ci sembra particolarmente adatta a questo ruolo: un Rodolfo da incorniciare... Convincent ee ben delineato il Marcello del baritono Fabio Capitanucci, ammirevole - come sempre - il basso Nicola Ulivieri, un Colline umanissimo e naturale, impeccabile vocalmente e scenicamente in tutta la sua parte e non solo nell'aria "Vecchia zimarra".
Alla fine un successo pieno, con applausi lunghi e commossi, anche perché la direzione di Noseda è andata in crescendo e negli ultimi due quadri è riuscita a far dimenticare tutti i limiti dell'acustica del Palazzo dei Congressi e di una esecuzione in forma di concerto, con i cantanti disposti sullo stesso piano dell'orchestra e gli inevitabili scompensi nei rapporti sonori.
Basterebbe pensare alle magie del fraseggio nel duetto tra Marcello e Rodolfo all'inizio del terzo quadro o al suono teso, straziante dei violini all'entrata in scna di Mimì, aramai morente, nell'ultimo quadro per capire il valore della direzione di Noseda e del suo valore come interprete pucciniano.

Luca Segalla