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Siete qui: Home Festival Festival 2012 Follie sulle corde
Follie sulle corde PDF Stampa E-mail

Nel Tesoro de la Lengua Castellana o Española del 1611, Sebastian Orozco così definisce la Folia: «è una certa danza portoghese molto chiassosa e il chiasso è così forte e il suono così accelerato che gli uni e gli altri sembrano essere pazzi. Pazzi i danzatori e i suonatori che gli tengon bordone... ». Con il tempo le forme popolari si addolciscono e così anche il florilegio degli innumerevoli brani (oltre 700!) che Marin Marais, musicista di Luigi XIV alla corte di Versailles, dedica alla viola da gamba. E così i pezzi per chitarra di Robert de Visée rispetto a quelli di Francesco Corbetta.
L’evoluzione delle forme musicali segue la trasformazione degli strumenti e le consuetudini sociali... A cavallo tra Cinquecento e Seicento, la viola da gamba conosce in Inghilterra uno straordinario sviluppo che promette creazioni meravigliose. I violisti inglesi, fra i quali emergono Alfonso Ferrabosco e Tobias Humes, nell’intento di rivaleggiare con il liuto creano armonie e passaggi fantastici adottando alcune tecniche, come la “scordatura”, che, praticata inizialmente in Italia, diviene nell’Inghilterra del 1600 una vera e propria moda. Con il termine lyra-viol si definisce un brano eseguito con tale tecnica.
Il Tratado de glosas, pubblicato a Roma nel 1553 da «Diego Ortiz tolledano» (così si definisce) è un’opera fondamentale perché costituisce una fonte preziosa di Recercadas e variazioni strumentali. In Ortiz confluiscono esperienze spagnole e partenopee: intorno al 1553 egli è “Maestro de Capilla” del viceré di Napoli Fernando Alvarez de Toledo.
Anche più strabilianti sono i Musicall Humors del già ricordato Hume: personaggio, sfuggente e misterioso – uomo d’armi a tutto tondo, suddito di sua maestà Britannica (Elisabetta I muore nel 1603), ma anche mercenario al soldo della corona svedese. La sua vera vittoria e la fama (postuma) riposa nei due volumi di “Umori”: il prima, del 1605, contiene un centinaio di pezzi scritti per viola sola; il secondo, di due anni dopo, intitolato Captaine Hume’s Poeticall Musicke (notare la sottolineatura del grado militare) raggruppa brani per viola da gamba e altri strumenti.
Jordi Savall in un’intervista di molti anni fa racconta come scoprì quest’originale compositore nel silenzio magico della sala di lettura del British Museum di Londra: «l’eccitazione con cui mi figuravo, in quel luogo venerando, come potessero suonare questi Loves farewell, questi Death & Life, o le diverse Souldiers March, Galliards e Resolutions ».

Sandro Boccardi