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Siete qui: Home Festival Festival 2011 Una serata a casa Bach - estratto
Una serata a casa Bach - estratto PDF Stampa E-mail

La sonorità del quartetto di viole Il Suonar Parlante, paragonato dalla critica internazionale ai più noti quartetti d’archi classici e la presenza del “pianoforte di Bach” (Silbermann 1749), propone una nuova lettura della Summa bachiana.
A lato una scelta di lieder di Bach padre ci riportano alle serate “spirituali” accompagnate dalla Hausmusik mentre i lieder di Carl Philipp Emmanuel, nati nell’ambiente delle Accademie berlinesi, ci proiettano con la loro scrittura “moderna” verso un meraviglioso universo musicale proprio da lui aperto: il lied romantico a voce e pianoforte.
Gli ultimi studi musicologici e le nuove ricerche di Lorenzo Ghielmi sull’Arte della Fuga, smontano il mito romantico dell’opera incompiuta, svelando la “soluzione” del Contrappunto XIV e spiegando come “lavorava” Bach.
La strumentazione utilizzata, perfettamente coerente con la epoca di composizione, mira a restituire al capolavoro teorico bachiano quegli aspetti di musica “eseguibile” e fruibile su tutti i livelli che rendono veramente grande l’opera. I contrappunti vengono per lo più eseguiti alternatim fra pianoforte (o clavicembalo) e quartetto di viole, e come in una partita a scacchi si crea un ritmo che sottolinea la macro-struttura dell’opera e conduce l’ascoltatore per mano tenendo sempre viva l’attenzione. La divisione dell’opera è sottolineata dai lieder bachiani eseguiti al fortepiano.
Il piano Silbermann, fu l’unico “piano” posseduto da J.S. Bach. Federico il Grande ne possedeva una vera collezione e fu su questo strumento che Bach improvviso sul tema reale nella sua visita a Berlino. Il suo colore, reale ponte tra clavicembalo e pianoforte porta una luce nuova sul contrappunto bachiano, ma anche su quel repertorio liederistico berlinese da cui scaturirono i capolavori vocali della generazione successiva (Schubert). Il quartetto di viole da gamba riconduce il capolavoro bachiano alle sue origini rinascimentali, sottolineandone nel contempo le possibilità espressive con le infinite variazione di colore; il fortepiano riporta alle serate reali dove la musica di Carl Philipp Emmanuel Bach avrebbe transitato la cultura musicale europea dal barocco al romanticismo.

Un confronto tra “antico” e “moderno” che dà un nuovo respiro all’inesauribile opera dei Bach.

(estratto dal libretto del Cd winter&winter)