Tu dormi e ‘l dolce sonno - note |
Giulio Caccini e Jacopo Peri entrambi provenienti dagli sperimentalismi della Camerata de’ Bardi furono rappresentati ineguagliati dello stile monodico fiorentino nella duplice veste di compositori e cantori che sull’arpa s’accompagnavano. «Era ancora in Firenze allora Jacopo Peri, il quale, come primo scolaro di Malvezzi, e nell’organo e stromenti da tasto, e nel contrappunto, sonava, e componeva con molta sua lode, e tra i cantori di questa città era senza fallo tenuto a nessuno inferiore. Costui a competenza di Giulio Caccini scoperse l’impresa dello stile rappresentativo, e sfuggendo una certa rozzezza, e troppa antichità, che si sentiva nelle musiche di Galileo, addolcì insieme con Giulio questo stile, e lo resero atto a muovere raramente gli affetti… Per la qual cosa essi acquistarono il titolo di primi cantori, e d’inventori di questo modo di comporre, e di cantare. Il Peri aveva più scienza, e trovato modo con ricercar poche corde, e con altra esatta diligenza d’imitare il parlare familiare acquistò gran fama. Giulio ebbe più leggiadria nelle invenzioni.» (Pietro de’ Bardi). Caccini grandemente elogiato quale cantore introdusse nel canto quel concetto di “sprezzatura”, ars est celare artem, «ciò è fuggir quanto si po’… la affettazione, & per dir forse una nova parola, usar in ogni cosa una certa sprezzatura, che nasconde l’arte, & dimostri ciò che si fa, & si dice venir fatto senza fatica, & senza quasi pensarvi…». Mara Galassi |