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Siete qui: Home Festival Festival 2013 Musica per il cuore e per la mente
Musica per il cuore e per la mente PDF Stampa E-mail

Lodate il Signore... Non temetelo... Gesù è la nostra gioia... Il suo Spirito soccorre alla nostra debolezza... Vieni, Gesù, vieni... Cantate al Signore un nuovo canto... Queste le cellule emotive – gli incipit – dei brani in programma. In particolare è giusto rimarcare il termine canto nuovo –“ein neues Lied” citato nel titolo del Mottetto BWV 225. La novità di un canto atteggiato diversamente era nelle intenzioni riformatrici di Martin Lutero che aveva di fatto imposto e provveduto personalmente alla traduzione in tedesco dei canti latini adottando la forma metrica e regolare del corale, le cui strofe, per la semplicità della struttura armonica di tipo accordale (omofonico), potevano agevolmente essere affidate all’assemblea dei fedeli.
Il canto nuovo, in termini più generali, era anche l’ideale punto d’arrivo – concettuale, ma anche ontologico – che Bach intendeva adottare nel servizio della musica da chiesa. A due secoli di distanza dal Riformatore, il musicista di Lipsia, che qualcuno ha definito il quinto evangelista, rielabora i propri mezzi espressivi affinandoli sulla pietra miliare del corale. Su di esso fanno perno le Passioni, le Cantate sacre, i Corali organistici e i Mottetti. Intorno a questo fulcro si dispongono (e talora si sovrappongono) le arie, i recitativi, i passaggi contrappuntistici, più o meno elaborati, le Fughe, i Trii, ecc.
Il mottetto che Bach scrive per le chiese di Lipsia è il risultato di una lunga tradizione polifonica: Bach rinnova profondamente un genere che nel ’700 è quasi obsoleto... lo contamina, se posso dire così, con la varietà stilistica della Cantata pur non facendo (non potendo far) ricorso al sostegno concertante degli strumenti. Purtroppo le notizie che la storia ci ha trasmesso sono scarse: Forkel, primo biografo del compositore, ricorda quattro mottetti soltanto. Nel 1789 Mozart ascolta il mottetto Singet dem Hern ein neues Lied eseguito nella Thomaskirche e ne resta meravigliato.
Qualche battuta sul Mottetto più famoso che strutturalmente intreccia al corale Jesu meine Freude altri spunti o passaggio di notevole complessità e drammaticità. In tutto undici numeri: i dispari rappresentati dal corale e sue trasformazioni e i pari a commento dell’Epistola ai Romani di San Paolo. In particolare nel n. 9 il Gute Nacht ripetuto insistentemente sopra un andamento di barcarola non è un saluto amichevole o un invito al riposo. È invece un Buonanotte beffardo rivolto ai peccati perché restino lontani. Evidentemente doveva suscitare una reazione istintiva negli animi di chi ascoltava.

Sandro Boccardi