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Il profondo sentire dell’anima - note PDF Stampa E-mail

Nel V secolo a.C. Pericle afferma che «i suoni gravi» sono i più convenienti a indicare «il profondo sentire dell’anima», espressione che ben si addice a questa insolita compagine di strumenti bassi della famiglia del violino.
Se il periodo barocco è oramai ampiamente esplorato dai musicisti moderni che si occupano di prassi storicamente informata, altrettanto non si può dire del repertorio ottocentesco. L’idea interpretativa è quindi quella di applicare gli stessi criteri di ricerca, studio della prassi esecutiva e utilizzo di strumenti d’epoca anche al secolo XIX, accostando opere di compositori celebri come Rossini e Haydn ad altre di autori assai meno conosciuti ai nostri giorni.
È il caso di Georg Christoph Wagenseil, prolifico e apprezzato compositore e didatta alla corte viennese, che si dedicò ampiamente alla musica strumentale ed ebbe un ruolo importante nello sviluppo della sinfonia. La sua raccolta di Sei Sonate per tre violoncelli e contrabbasso, composta probabilmente intorno al 1764 è contemporanea ai Quartetti per archi op. 2 di Franz Joseph Haydn, che, insieme al giovane Mozart, fu grande ammiratore di Wagenseil.
Le Sonate sono in tutte in quattro movimenti, in uno stile galante misurato che talvolta pare evocare ancora il periodo barocco, ad esempio nell’utilizzo delle dissonanze. I movimenti lenti, generalmente in tonalità minore, hanno spunti di malinconica espressività davvero pregevoli, favoriti anche dal gioco timbrico degli strumenti gravi.
Il Duetto per violoncello e contrabbasso diGioacchino Rossinifu scritto durante il viaggio londinese del 1824 per David Salomons, violoncellista amatore, che in occasione di una soirée londinese si esibì insieme al celebre virtuoso Domenico Dragonetti. Il duetto, in tre movimenti, è di grande freschezza compositiva e richiede agli esecutori un impegno tecnico notevolissimo.
Il Concerto in do maggiore per violoncello e orchestra di Franz Joseph Haydn è uno dei capisaldi del repertorio violoncellistico. È qui presentato in una moderna trascrizione per quartetto di violoncelli (o tre violoncelli e contrabbasso).
Il nome di Justus Johann Friedrich Dotzauer è conosciuto quasi esclusivamente dai violoncellisti grazie alla sua imponente opera didattica. I tre brani qui presentati, tratti dai Six pieces pour trois violoncelles op. 104, pubblicati nel 1828, sono un esempio del livello di difficoltà tecnica ed intensità espressiva raggiunto dal violoncello durante l’arco di poche generazioni.

Sara Bennici