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Siete qui: Home Festival Festival 2013 Gemme sonore di ogni epoca
Gemme sonore di ogni epoca PDF Stampa E-mail

Musica per fiere, celebrazioni e feste in giardino. Musica “alla francese”, nello stile dei balli di Lully per i reali. Autore? J.S. Bach! Strano a dirsi, un Bach meno noto di quello sacro, ma strabiliante. Parliamo della Suite per orchestra n. 3 in re maggiore BWV 1068, scritta a Lipsia tra il 1729 ed il 1731, quando dirigeva il Collegium Musicum, il gruppo di universitari che con la propria scintillante orchestrina suonava in centro al Caffè Zimmermann. Nel secondo tempo, l’Aria, Bach toglie i fiati e lascia solo archi, ottenendo un magico effetto sospeso. Il brano fu subito famoso. In pieno ‘800 il violinista August Wilhelmj, affascinato dalla bellezza, lo trascrisse per violino e piano, spostandolo da re a do maggiore e abbassandolo di un’ottava per suonarlo, con effetto vibrante, sulla corda bassa del violino, la quarta: da cui il titolo inconfondibile di Aria sulla quarta corda. Stupenda anche la versione degli anni ’60 dei Swingle Singers, nota sigla di programmi Tv di Piero Angela.
Cambiamo autore ed epoca ma rimaniamo nell’aura del sogno. Nel 1816 Franz Schubert scrive una Sinfonia, la n. 5, di straordinaria fantasia. Accanto a palpiti romantici c’è, sullo sfondo, il ricordo di Mozart: «Come un’eco lontana mi risuonano le sue magiche melodie. O immortale, quanti raggi di luce hai dardeggiato nella nostra anima!». Così la n. 5 pare echeggiare la meravigliosa K. 550, come si intravvede nell’Allegro: dolce, scattante, con quell’incredibile perfezione formale e la trasparenza cristallina dei temi; o anche nell’Andante, dal sapore galante. Il Menuetto reca quasi una citazione mozartiana diretta, mentre il Trio è un Ländler rustico e naïf. L’Allegro, raggiante e di spirito bonario, ricorda un suo altro Maestro in pectore: Franz Joseph Haydn. Quell’elemento “ispiratore” eccolo ora di fronte, con la Sinfonia K. 550 di W. A. Mozart. Bastano poche battute dell’avvolgente Allegro molto per esser come assorbiti da un turbine: quel tema inanella figure di energico slancio e ben si miscela col morbido secondo elemento. E che emozione nello sviluppo, solcato da impalcature sonore dardeggianti! Dopo l’espressività malinconica dell’Andante, il Minuetto richiama l’atmosfera robusta di danza del Ländler viennese, mentre il Trio è nostalgico. Nel rutilante Finale prevale uno spirito vitale frenetico che pare tutto sommergere. Tanto che quasi sembra di intravvedere, sullo sfondo, la figura ribaldesca ed imprevedibile di Don Giovanni.

Marino Mora