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Siete qui: Home Festival Festival 2012 Tagete e la Terra dell’Arcobaleno
Tagete e la Terra dell’Arcobaleno PDF Stampa E-mail

Tagete e la Terra dell’Arcobaleno è una fiaba musicale che presenta molti dei processi creativi e antropologici della mia ricerca attuale. Per la psicologia gli archetipi risiedono nella mitologia, ma soprattutto nelle fiabe. Da qui il mio punto di partenza: se la musica è già un mezzo potentissimo che risveglia i nostri archetipi, l’idea di proiettarmi nel mondo della fiaba è apparsa una risorsa preziosa per realizzare un’opera fortemente comunicativa, in grado di collocare la musica anche in una sfera extra artistica, come ho ripetuto spesso “antropologica”.
La trama, originale, si avvale di due presenze archetipiche della mitologia:
Tagete, divinità etrusca di aspetto fanciullesco ma con tratti senili che lo rendono giovane e vecchio ad un tempo È il creatore della Terra dell’Arcobaleno. Inoltre è albino.
Il dio Pan, archetipo fondamentale della cultura classica, signore dell’inconscio (panico) e dell’energia terrestre (panteismo), temuto dal Cristianesimo che spesso ha fatto coincidere la sua iconografia con quella del Diavolo.
Le due divinità sono complementari, a tratti speculari, lo yin e yang del mondo fiabesco di quest’opera. Gli altri protagonisti sono le famiglie dei sette colori dell’arcobaleno, custodi dei valori umani che danno inizio alle peripezie della storia quando vedendosi “sbiadirsi” andranno a cercare consiglio da queste due divinità. Le sette famiglie si trovano su altrettanti monti da cui scendono sette fiumi colorati, affluenti di un fiume principale, il Cromo, le cui acque iridescenti scorrono verso la città di Policromandia e dissetano il popolo con virtù di diverso colore. La perdita dell’intensità dei colori è il chiaro simbolo di un decadimento interiore che solo attraverso delle “prove” potrà essere fermato.
Ogni colore è rappresentato da una nota: il verde corrisponde al Fa, il giallo al Do, l’arancione al Re, il rosso al Sol, il blu al La, l’indaco è il Si e il viola un Mi bemolle. Pan è rappresentato da cinque suoni, il Fa diesis, Do diesis, La diesis, Sol diesis e Mi. Queste note “paniche” contamineranno i temi dei colori. Il valore “cromatico” non si avvale di nessun processo seriale di carattere post-avanguardistico. Infine c’è il numero 7, che come in tutti i miei lavori di questi anni, bilancia le proporzioni dell’intero componimento.

Andrea Portera