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Sonate per violino e cembalo PDF Stampa E-mail

Il manoscritto delle Sei Sonate BVW 1014-1019 (1720-1725) recita Sei Sonate à Cembalo certato è Violino solo. Il cembalo non si limita dunque al basso continuo (sostegno in accordi) ma “concerta” come in una Sonata a tre di Arcangelo Corelli. Italiano è anche il riferimento allo Stile da chiesa cui, almeno esternamente, le Sonate si rifanno con la sequenza Lento-Veloce-Lento-Veloce. Traccia che caratterizza pure l’estroversa Sonata in re maggiore di Händel, ideale per aprire l’ascolto e infatti messa in testa al programma.
Schematizzando, troviamo in Bach: 1. un Adagio introduttivo: ad esempio lo splendido recitativo con cui esordisce la BWV 1014 o una danza lenta quale la dolcissima Siciliana in testa alla BWV 1017; 2. un Allegro fugato; 3. un Adagio o un Andante, di più larga e intensa qualità cantabile rispetto al primo; 4. un Allegro nuovamente fugato o motorio.
Certo in Bach l’esempio italiano acquista nervature contrappuntistiche molto forti anche nei tempi cantabili e di danza. Lo conferma la Sonata in do minore BWV 1017. Già la Siciliana cui accennavamo: una sorta di “aria per violino” sorretta con discrezione dal basso. Nell’Allegro attacca il cembalo col soggetto di una Fuga discorsiva ed ampia. Altro “grande Largo” è l’Adagio in terza posizione mentre il Finale, Allegro, vede nuovamente il cembalo annunciare la Fuga.
La Sonata BWV 1018 esordisce in Largo con un pensoso contrappunto cantabile da cui si stacca il melos del violino. L’Allegro è una fuga dinamica e brillante. Canto processionale nel violino e fluire flessuoso dell’accompagnamento sostanziano l’Adagio che contrasta con il fervoroso contrappunto degli strumenti nel Finale Vivace.
Le Sonate per violino e cembalo confermano come intorno al 1720 la scrittura bachiana per strumento ad arco tocchi il suo culmine: esemplarmente con i Sei solo per violino senza basso accompagnato BWV 1001-1006 (Köthen, 1720).
La Chaconne bachiana è l’ultimo movimento della Seconda Partita BWV 1004 per violino solo (Partita ovvero Suite di danze). Quanto ad ampiezza e misura stellare, la Ciaccona “divora” i brani che la precedono: Allemande, Courante, Sarabande, Gigue. Dalle variazioni su un basso ostinato di otto battute nasce un mirabile magma di polifonia violinistica e musicale, C’è la sfida d’una continua tensione tra l’invenzione rinnovata e la gabbia delle otto battute con una scrittura dove il violino, da strumento melodico, diventa “strumento sinfonico”.

Alberto Cantù