Skip to content
Siete qui: Home Festival Festival 2012 Pentabrass - note di sala
Pentabrass - note di sala PDF Stampa E-mail

Amor Marsch, allegra e pomposa marcia veloce di Johann Strauss, compositore impareggiabile dei più celebri brani del mondo viennese, apre il concerto, mettendo subito in risalto le timbriche particolari di questa formazione di ottoni.
La Fuga in sol minore, forma compositiva di cui Bach è stato il più fulgido esempio nella storia della musica, è presentata con un arrangiamento dei Canadian Brass. Le varie voci si alternano ed inseguono incessantemente per concordarsi nel finale in un accordo risolutivo che dovrebbe concludersi in tonalità minore dato l’impianto armonico, ma che, con un effetto piccardo, risolve in maggiore per dare una diversa luce conclusiva.
I balletti russi sono, nell’immaginario collettivo, esempio di rigore compostezza e grazia ma in questo libero arrangiamento per i Pentabrass, Davide Sanson, trombettista e compositore, predilige aspetti ironici e quasi irriverenti come si può notare già dal titolo del medley, Il cigno spacca le noci prima di addormentarsi che mischia le celebri melodie di tre famosi balletti čajkovskiani.
Conclude la prima parte del programma, una suite scritta appositamente per questa formazione strumentale da Andrè la Fosse, trombonista e didatta internazionale molto attivo nel mondo degli ottoni per arrangiamenti e composizioni.
I quattro movimenti, che compongono la suite impermeata di una sobrietà tutta francese, alternano tratti ora melanconici ora marziali per concludersi nel finale in una sequenza perdifiato quasi al limite esecutivo.
La Suite Americana di Enrique Crespo, musicista di origine sud americana ed importante esponente molto attivo anche in Europa, prevede in ognuno dei suoi quattro movimenti, varie composizioni ispirate alle diverse tipologie sia per l’aspetto territoriale che storico; il ragtime, la bossa nova, il valser peruviano e il suono del Mexico ci danno quindi una visione a volo radente sul folklore del Sud America.
Come tutti gli standard jazz, rivisti e arrangiati dai vari musicisti che vi si cimentano, Tuxedo Junction è presentato dal quintetto sfruttando una pronuncia e timbrica più consona all’espressione jazzistica in genere, così come avviene nella celebre suite da West side story di Bernstein.
Questo musical americano, incentrato sui conflitti tra bande di quartiere che attualizza le storiche tematiche shakespeariane, sviluppa un’orchestrazione sinfonica, avviata precedentemente da Gershwin, che prevede un utilizzo più moderno di compagini prettamente classiche.
Nelle indimenticabili melodie di questi due compositori presentate dal Pentabrass, inframmezzate da un Tango ironico e dissacrante di Short, il gioco di rimandi alle sonorità tipiche delle grandi big band di Duke Ellington e Count Basie è preponderante.

Ugo Favaro