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Siete qui: Home Festival Festival 2012 Divine armonie… barocche
Divine armonie… barocche PDF Stampa E-mail
Ascoltiamo il Concerto in re maggiore op. II n. 2 di Giovanni Lorenzo Gregori. Fa parte del corpus di 10 Concerti grossi a più strumenti, 2 violini concertati, con i ripieni, se piace, alto viola, arcileuto, o violoncello, con il basso per l’organo op. 2 (Lucca 1698): una produzione rilevante anche perché si tratta del primo lavoro in cui si utilizza nel titolo a stampa il termine di “concerti grossi”. Del nostro brano, breve e stringato, godiamo la rotonda bellezza, con veloci passi solistici che vanno in eco alle soluzioni del gruppo. Un vero bonsai musicale, ma completo nella sua sintesi lineare: una gemma in miniatura di notevole perfezione immaginativa. Dalla Cantata d’ascendenza arcadica Arresta il Passo (conosciuta anche come Aminta e Fillide) di Georg Friedrich Händel, ecco ora un bell’esempio di plastica vocalità italiana. Dentro un ambiente esoterico, incorniciato in uno scenario idillico e pastorale popolato da pastori e ninfe, si succedono l’elegante e fluente aria Fiamma Bella, il malinconico eppure sereno Se vago rio, definito da un cullante ritmo di siciliana sopra l’etereo pizzicato degli archi, il poetico Al dispetto di sorte crudele. Ancora di Händel il Concerto per organo “Il Cucù e l’Usignolo”, ricco di spettacolari bellezze musicali “naturali” tutte giochi d’eco, cascate sonore, risonanze, chiaroscuri, è vera musica “da vedere”, ed imita con originali riverberi e allitterazioni i suoni di una foresta immaginaria popolata dal canto virtuoso dell’usignolo e del cucù. Della meravigliosa scrittura di Giuseppe Sammartini rimane l’eco nelle parole dello storico Charles Burney: «Full of science, originality, and fire». Il Concerto in sol maggiore per organo e archi op. 9 n. 3 ne è vivida testimonianza: sin dallo Spiritoso, una pagina danzante di gusto francese; l’Andante, così ricco di colori armonici, offre un tratto di scrittura contrappuntistica densa dove l’organo è il protagonista. Un brillante Allegro suggella la partitura su un robusto soggetto attorno a cui si attorcigliano vivide figurazioni e giochi sonori tipicamente barocchi. Ammiriamo poi la bella scrittura di un altro geniale autore, Giovan Battista Sammartini, nella Sinfonia in sol maggiore, laddove la percezione è quella di una ventata di energia frizzante in grado di definire con emozionante pathos ogni affetto. Infine ecco un piccolo gioiello di Antonio Vivaldi: Nulla in mundo pax sincera, un mottetto di squisita fattura in cui spicca la capacità di melodicista del “prete rosso”. La dolcezza ed il vago clima di malinconia rendono particolarmente bella ed intensa la pagina. Il clima sospeso di questa bellissima aria è divenuto poi l’emozionante colonna sonora delle ultime, commoventi sequenze del film Shine.

 

Marino Mora