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La musica di dame principalissime... PDF Stampa E-mail

«... cominciano a cantare alle 19 hore et seguitano sino alle 21, l’organista (Luzzaschi) con lo arpicordo, il signor Fiorino con il lauto grosso, la signora Livia con la viola, la signora Guirina con un lauto e la signora Laura con l’arpa... cantano poi a libro dove entra un basso e due altre voce, cantori del Serenissimo.» (Girolamo Merenda: Storia di Ferrara, 1596)

Il Concerto delle Dame era un autentico evento e le testimonianze sono numerosissime. Il trio più celebre annoverava Laura Peperara, Anna Guarini, figlia di Battista Guarini, e Livia D’Arco e nacque su iniziativa di Margherita Gonzaga, sorella di Vincenzo, Duca di Mantova, sposa in terze nozze al Duca Alfonso nel 1597. Sappiamo come fosse già esistito anni prima un Concerto di Donne, simile nella natura ma non nelle intenzioni (alle sorelle Lucrezia e Isabella Bendidio si affiancava Luzzasco in qualità di maestro al clavicembalo), ma questo primo Concerto era destinato a spegnersi in pochi anni, sostituito dal trio voluto da Margherita.

Le tre Dame accompagnavano il loro canto suonando l’arpa, il liuto e la viola, sotto la supervisione di Ippolito Fiorini e Luzzaschi («... la signora Anna Guirina la quale cantava e suonava di lautto, e la signora Laura di arpa e la signora Livia cominciò anchora lei a sonare di viola, e li suoi maestri era il signor Fiorino, maestro di capella del Serenissimo et il signor Luzasco organista del Serenissimo»). La loro voce, la loro bellezza, la loro maestria, hanno ispirato più di un componimento poetico: Tasso, Guarini, Arlotti, Grillo, Rinuccini ci hanno lasciato innumerevoli testimonianze poetiche a tal riguardo (le due raccolte di madrigali Il Lauro secco ed Il Lauro Verde, pubblicate nel 1592 e 1593 dagli Accademici Rinnovati, dedicati al nome di Laura Peperara e musicati da diversi autori, fra cui Ingegneri, Striggio, Vecchi, Wert, Marenzio, e gli stessi Fiorino e Luzzaschi, sono un esempio significativo). Della quantità enorme di musica che le Dame eseguivano nei loro concerti («... quelle, non mai abbastanza lodate Signore di Ferrara, alle quali io ho udito cantare più di trecento trenta Madrigali alla mente...» - Giovanni Bardi: Discorso... a Giulio Caccini, 1590) non ci rimane che quella straordinaria raccolta che sono i Madrigali a 1, 2, 3 soprani, stampati da Luzzaschi nel 1601 («Tra le più rare meraviglie c’hebbe nella sua Corte la gran memoria del Sig. Duca Alfonso mio Sig.re, rara et singulare per giuditio di tutti fu la musica di Dame principalissime; ... ma poiché restò colla morte del Sig. Duca quella Musica spenta, io che v’hebbi gran parte ho desiderato per quanto a me si concede di ravvivarla, portando nella luce del mondo Madrigali, che composti da me furon cantati da quelle Ill.me Signore...» Luzzaschi: dedica ai Madrigali per cantare e sonare a uno, e doi, e tre soprani, 1601).

Queste composizioni ci mostrano come fosse prassi del Concerto di Donne il cantar ornato. Una lettera del Duca Alfonso ce ne dà testimonianza: «Al Sig. Luzzasco Luzzaschi... S. A. S. ha veduto quanto V. S. le ha scritto... ma risolve finalmente che V. S. faccia scrivere il libro delle tirate in quella medesima forma che sono quelli dei Canti di quelle Dame...» (Minuta Ducale, 11 Maggio 1594).

Ancora Alessandro Striggio ci racconta come «... ogni giorno il Sig. Duca... mi favorisse di farmi sentire il suo conserto di donne il quale è veramente raro... Il Sig. Duca mi favorisse di continuo di mostrarmi in iscritto tutte le oppere che cantano a la mente, con tutte le tirate e passaggi che vi fanno...» (A. Striggio, 29 Luglio 1584). Sempre lo Striggio documenta: «Questa mattina ricevei una lettera... nella quale, per ordine di V. A. Serenissima mi comette ch’io metta in musica quanto prima alcuni madrigali con tre soprani diminuiti...». «Mandai quindici giorni or sono a V. A Serenissima un madrigale a 4 con tre soprani diminuiti... Ma avanti io partissi di Mantova, io feci un Dialogo a due soprani diminuiti...» (A. Striggio, 1584). E lo stesso Gesualdo pare avesse composto alcuni madrigali per le Dame: «... havendo (Gesualdo) di già composto cinque o sei madregali artificiosissimi, un motetto, un aria, et ridotto a buon segno un dialogo a tre soprani fatto, credo io, per codeste signore...» (Alfonso Fontanelli, 1594).

 

(Presentazione tratta dal libretto Cd Glossa de La Venexiana – Quinto libro dei Madrigali di Luzzaschi)