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Siete qui: Home Festival Festival 2009 Attrazioni sonore fatali
Attrazioni sonore fatali PDF Stampa E-mail

di Marino Mora

Impasti sonori sorprendenti ed imprevedibili, atmosfere e colori strumentali inconsueti, prospettive e soluzioni inedite di temi e melodie famose e conosciuti come quelli di Mozart, di Rossini, di Gershwin, dei Beatles e tanti altri che ora, nella restituzione strumentale ricreata dalle vibranti trascrizioni e rivisitazioni del quartetto Trombone Attraction, ci paiono del tutto nuove, inconsuete, spesso belle quanto l’originale. Potenza della musica. Quanti modi vi sono di fruire di un brano, di riconoscerlo, di riviverlo, di riassaporarlo? Molte, moltissime, infinite, diremmo noi. È uno dei doni dell’arte dei suoni, che si ripresenta sempre all’appuntamento dell’ascolto in grado di rigenerarsi per avvicinare ogni volta il suo fruitore al senso del bello. Di certo con l’interpretazione per l’originalissimo organico fornito dai quattro tromboni abbiamo l’occasione di rivedere il nostro universo sonoro sotto nuove, inattese prospettive, sempre fresche ed accattivanti, sollecitati dal dispiegamento di un organico dalle notevolissime possibilità tecnico coloristiche e dalle sorprendenti soluzioni interpretative. Chiudiamo gli occhi ad assaporiamo la bellezza di questi suoni. Ecco la levitante Ouverture dal Flauto magico di Wolfgang Amadeus Mozart. Dopo la solenne sigla d’apertura, sappiamo che nell’originale l’orchestra si getta con slancio dentro il magico vortice di linee tematiche intrecciate. Ma come sarà la restituzione dei tromboni, che a torto si pensano accademicamente come strumenti un po’ lenti e pesanti? La resa è sfolgorante, perentoria, divertita e divertente, sferzante. Così per il Pizzicato Polka di Johann e Josef Strauss, una pagina leggera ed aerea che nell’originale gioca sulle risonanze e sulle allitterazioni sonore tra archi e che l’impasto sonoro dei fiati restituisce come immagine di sorprendente freschezza. Di George Gershwin ecco ora A portrait, una miscellanea di brani celebri del compositore americano arrangiati per fiati: una scelta di cui scopriamo subito il valore; come raccolta di perle preziose; ecco scorrere infatti di fronte a noi, in sequenza indimenticabile, alcuni dei temi più famosi di Un americano a Parigi o della Rapsodia in Blue. Entriamo ora nel mondo del classicismo viennese con una grande pagina corale dalla Creazione di Franz Joseph Haydn (Vollendet ist das grosse werk), mentre antiche risonanze, ridondanti fanfare esaltate dal suono solenne dei quattro solisti risuonano nelle misteriose Danze Francesi di Michael Prätorius. Un salto di quattro secoli ed eccoci alla mobile, plastica melodia, della Pantera Rosa di Henry Mancini, ben resa dalla muscolare versione trombonistica, mentre la storica Hey Jude, l’inno di una generazione negli anni Sessanta/Settanta, risuona nella sua grandiosa solennità sopra successive varianti offerte dalla bella e molto libera trascrizione di Ingo Luis. Incantevole lo swing jazzistico di It’s only a Paper Moon di Harold Arlen, un brano raffinatissimo dalla melodia mobile e ritmica così come accattivante risulta la Suite per tromboni di Richards. Ma il nostro viaggio nel “nuovo mondo” del quartetto di fiati riprende di nuovo, senza sosta. Rientriamo ora in punta di piedi nell’alvo del sound classico, con l’eterea La Fille Aux Cheveux De Lin dai Preludi di Claude Debussy, un brano che fa delle trasparenze e delle iridescenze cristalline il suo centro poetico, mentre poco dopo ecco che aleggiano le sonorità “Vecchia Vienna” con la magistrale polka veloce Leichtes Blut (In alto i cuori) di Johann Strauss, uno dei suoi brani più celebri. Dopo la Sonata for four Trombone slides di Plunser, il nostro originale collage musicale di Trombone Attraction si avventura nel vivace gioco musicale tratto dalla sigla di James Bond 007 su arrangiamento di B. Ryser, seguito poi, in sequenza, da Apartett di L. Paul e da Take Five di Paul Desmond, il primo brano di musica jazz a superare il milione di copie vendute: una vera e propria sigla storica divenuta ora autentico evergreen. Emblematicamente il viaggio della formazione dei quattro tromboni si conclude con un altro brano dal tratto inconfondibile, ricavato dal Guglielmo Tell di Gioachino Rossini, un capolavoro di scrittura ove l’orchestra rende plasticamente il massimo della sua espressività in una trascinante espressione di vitalismo sonoro. Se già nell’originale quella spinta e quella brillantezza ritmica spiccavano come tratti determinanti, ora, nella versione scintillante offerta dal plasticissimo quartetto strumentale di Trombone Attraction, eccoci garantite autentiche mirabilie sonore.