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Welser-Möst e Cleveland Orchestra, incontro perfetto PDF Print E-mail

Testata: La Prealpina
Martedì 31 agosto 2010

Lo Stresa Festival ha vissuto una serata memorabile, domenica scorsa al Palazzo dei Congressi con la Cleveland Orchestra di Franz Welser-Möst. Da una parte una grande compagine americana, ben organizzata, tecnicamente superba, perfettamente a fuoco negli equilibri sonori. Dall'altra un direttore europeo in perfetta sintonia con il repertori sinfonico austro-tedesco. Il risultato sono state esecuzioni estremamente curate sul piano formale, dei dettagli come nell'insieme, e cariche nel contempo di una straordinaria tensione emotiva. Lo si avvertiva nel fraseggio morbido e caldo della "Sinfonia n. 4 - Tragica" di Schubert, con un primo movimento di alta temperatura drammatica, scolpito con autorevolezza da un Welser-Möst capace di metterne in risalto l'impronta beethoveniana. Incisivo eppure dolcissimo, anche nel secondo tema dell'Andante, anche nel terzo movimento e nel finale, giocato tutto sulle finiture - e sulle sfumature - dinamiche. Il fraseggio era morbido, il timbro caldo e avvolgente [...] le sonorità delle varie sezioni [...] sempre amalgamate.
Memorabile è stata soprattutto l'interpretazione del poema sinfonico "Vita d'eroe" di Richard Strauss. Potrebbe essere un'esibizione di affascinanti invenzioni timbriche, una scalata di nono grado per orchestre dalla tecnica trascendentale, una vetrina per direttori superdotati. Con Welser-Möst sul podio "Vita d'eroe" diventa un vertiginoso viaggio dentro il delirio di onnipotenza di un compositore geniale ed irritante, un'esperienza assoluta dei suoni, tra improvvisi inabissarsi ed altrettanto improvvise accensioni. Già l'esordio pieno di slancio, sostenuto da corni semplicemente fantastici [...] rapisce il pubblico, incantano i pianissimi degli archi nel terzo movimento, lasciano senza respiro le esplosioni sonore del quarto [...] si adagiano ai limiti dell'udibilità i pizzicati delle viole nel quinto. E il movimento conclusivo si inabissa con un lento e mesto sprofondare dove alla fine emerge appena il suono del primo violino sul magma bianco dell'orchestra. Welser-Möst riesce nel miracolo di dare a tutti questi dettagli sviscerati con certosina cura un senso compiuto, una direzione, un movimento. Alla fine lunghi, lunghissimi applausi.

Luca Segalla